BULGARIA – Sofia. L’ultimo viaggio, quello della speranza, della vita. Un equipaggio, tre Volontari e un Centro Mobile di Rianimazione: unica possibilità. E’ così che martedì 29 gennaio, Enrico, Santino e Luciana, dopo aver pianificato, organizzato e preparato il CMR partono per l’Ospedale di Rho dove andranno a prendere Elena (la chiameremo così), prigioniera di un male oscuro che vuole portare a casa per un’ultima possibilità che i medici Bulgari le hanno promesso. Il tempo, come non mai, è vita e la corsa contro il tempo è inevitabile. NOVA-RHO-SOFIA, 1.406 km nel freddo tra la nebbia e la neve, 23 ore di viaggio attraversando la Slovenia, la Croazia e la Serbia paesaggi feriti dai conflitti, strade lunghe e deserte. Poche soste, quelle per il carburante, calcolato per transazioni esclusivamente in euro e cambi veloci alla guida, con Renato, Luciana e Santino uno guida, uno riposa l’altro conforta Elena che a fatica riesce a riposare. E poi via, basta un panino e un bicchiere d’acqua. Nulla di più. SOFIA, Ospedale della città, Elena arriva in reparto, i medici attendevano il suo arrivo. L’ospitalità è grande da parte di tutti, medici e personale infermieristico, la proposta inaspettata di un posto letto e un ristoro caldo per riposare. Nulla, una stretta di mano, un abbraccio e l’ultimo saluto commosso a Elena, poi il silenzio che ha unito l’equipaggio e il pensiero della speranza. Un silenzio lungo che si spezza solo dopo aver ricomposto il lettino e con l’ambulanza che riparte per rientrare a casa, ripercorrendo la stessa strada, altri 1.406 Km, altre 23 ore di viaggio fino a quando arrivano in sede alle 4:55 del mattino, si chiude il servizio, si chiude una pagina di grandi emozioni. Adesso a casa per un nuovo giorno….pensando a Elena.

La lunga strada

Luciana Regondi e Santo Sbriglio

Una sosta, si cambia autista, è notte

Arrivati a Sofia

L’arrivo in Ospedale